FORZA LICATA

STORIA DI LICATA

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licatese 264 a.C.
view post Posted on 9/8/2010, 13:13 by: licatese 264 a.C.
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Licata provincia della valle del salso

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11 LUGLIO 1553
Una data del nostro passato che dovremmo ricordare che segna un particolare momento di storia e di fede della nostra città.

L’11 luglio 1553 i Turchi alleati con i Francesi presero di assedio la città di Licata, in quel tempo difesa a mare dal Castel San Giacomo, comandato dal castellano Giovanni Pompeo Grugno.Inutile f...u la difesa operata dai soldati posti all’interno del castello ed insufficiente fu la resistenza delle mura della città, che erano ancora fatiscenti a causa del terremoto che scosse la Sicilia nel 1542.
Gli invasori, dopo aver espugnato il castello ed ucciso il comandante, poterono liberamente entrare in città, iniziando a saccheggiarla, a depredarla, a distruggerla, bruciando gli archivi pubblici, profanando le chiese e mettendo in fuga molte persone. Ebbero i danni maggiori la Chiesa di San Francesco dalla quale fu portata via una preziosa campana e la Chiesa Madre.
Il triste ricordo dell’invasione dei Turchi a Licata è legato soprattutto all’evento miracoloso del Crocefisso Nero, un’opera in mistura dal colore scuro, realizzata nel 1469 ed attribuita agli scultori messinesi Jacopo e Paolo de li Matinati, custodito in Chiesa Madre.
Entrati nel Duomo, i Turchi dopo aver fatto razzia d’ogni oggetto sacro, presero di mira questo Crocefisso che, secondo l’usanza liturgica di quel tempo, pendeva giù dall’arco trionfale della chiesa. Prepararono un’alta catasta di legno, appiccarono il fuoco, mentre altri iniziarono da diverse parti a saettare la Sacra Immagine, di cui tre frecce rimasero infisse nel corpo.
Qui avvenne il miracolo che nei secoli è stato tramandato attraverso una immemorabile tradizione. Il Crocefisso rimase illeso dalle fiamme, si annerì solamente e i licatesi, ritornati in città qualche giorno dopo il saccheggio dei turchi, rimasero stupiti dal fatto che l’Immagine non bruciò. Così per riparare i danni provocati dal fumo e per tramandare nei secoli questo prodigioso evento, dipinsero l’immagine con una vernice nera, lasciando infisse le frecce che gli furono scagliate.
I Turchi, dopo aver compiuto il sacrilego atto e devastata la città, si allontanarono da Licata per continuare ad esercitare la pirateria verso altri centri della Sicilia. Da Licata furono deportati numerosi abitanti e i due figli del castellano Grugno, uno dei quali morì pochi giorni dopo, l’altro invece fu riscattato a spese della città.
Attorno alla miracolosa immagine del Cristo Nero è stata riportata la testimonianza del vescovo di Agrigento, mons. Francesco Trajna che, durante una sua visita pastorale a Licata nel 1627, definisce: il Crocefisso “…é antico, di miracoli e di sagitti del Turco”. Antonio Serrovira nel suo manoscritto del XVII sec. sulla storia di Licata riferisce: “Nella Matrice si adora con molta riverenza l’immagine antichissima e miracolosa del SS. Crocifisso, di legno e di eccellente mano”.






Stampa del XVI sec. raffigurante Licata durante l'invasione franco-turca - 11 luglio 1553







cappella del cristo nero


Edited by licatese 264 a.C. - 10/8/2010, 23:37
 
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