| E' nel 1954/55, sotto la guida tecnica di Duimovich, che avviene la svolta. Viene allestita una formazione finalmente competitiva, composta da validi elementi quali Babacci, Giovanetti, Rodilosso, Cembalo, Tinervia, Oselladoro, Cuva, Calafiore, Vacca, Tarozzi, Carlino e Bagni, quest'ultimo padre del famoso Salvatore, che conquisterà, oltre trent'anni dopo, due scudetti col Napoli di Maradona e Careca. La nuova società disputa uno strepitoso campionato di I Divisione, arrivando quarta con solo sei sconfiette esterne. Clamorosi sono in quella stagione, vinta dalle Riserve del Palermo, il 7-1 contro la malcapitata Fulmine, battuta anche in trasferta (3-1) e le vittorie contro le Riserve del Palermo (4-1), l'A.S.R. Trapani (5-1) e la Juventina Palermo (4-3). In Sicilia, intanto, comincia a spopolare la Democrazia Cristiana, ma Licata non riuscirà ad eleggere nessun candidato locale nè all'ARS, nè al Parlamento Nazionale, dove Giovanbattista Adonnino non verrà riconfermato. Nella stagione 1955/56 il presidente Vincenzo Liotta cerca con tutti i mezzi finanziari a sua disposizione di vincere il campionato. Sotto la sapiente guida tecnica di Gino Caruso, ex Termitana, vero maestro di vita e di sport, arrivano in giallo-blù non solo il portiere catanese Ciccio Lanzafame, ma anche Narduzzi, Pontel, Brachetti, Tarantino (che poi indosserà le maglie del Siracusa, del Venezia e della Roma in Serie A), Sanfilippo, Tassoni, Carlino e Bifarelli. Quest'ultimo, palermitano di nascita, farà la fortuna del calcio locale, sia da giocatore che successivamente da allenatore. Bifarelli è il classico mediano. Inizia la sua attività agonistica nelle giovanili del Palermo e dopo aver indossato le maglie del Bagheria, della Termitana e del Vittoria, arriva a Licata, dove tutt'ora vive con la moglie. In quella stagione, i giallo-blù arrivano primi con 28 punti, davanti alla Folgore di Castelvetrano, conseguendo il diritto di disputare gli spareggi per la promozione. Nelle fasi regionali, però, dopo aver fatto fuori lo Scicli (2-1 in casa e 2-2 in trasferta), il Licata perderà a Gela (1-0), dopo aver pareggiato 0-0 in casa. Questa la rosa di quell'anno: B. Tarantino, Narduzzi, Carlino, Tarantino, Babacci, Brachetti, Pontel, Forconi, Tassoni, Grazia, Carrubba, Cibardo, Bonsignore, D. Gueli, Lanzafame, Gibaldi, Tarozzi, A. Cibardo, Errante, Sanfilippo e Bifarelli.
Risultati 1955/56
Licata - Audace 2-0 1-1 Licata - Empedoclina 2-0 4-1 Licata - Folgore 2-0 1-1 Licata - Fulmine 2-0 2-1 Licata - Liberty Tp 5-0 4-0 Licata - Pro Termini 4-1 5-1 Licata - Salemi 5-0 1-3 Licata - Sancataldese 8-0 1-0
Classifica Finale
Licata 28 Folgore 22 Audace 21 Salemi 20 Fulmine 18 Pro Termini 12 Empedoclina 11 Sancataldese 4
Ottenuto ugualmente il salto di categoria, il Licata si ritrova nel campionato di Promozione. L'anno seguente (1956/57) il direttore sportivo Giuseppe Vecchio (membro della commissione sportiva comunale), si reca in Toscana e porta a Licata Minuetti, Decolle, Capri, Caruso, Sgubin, Melotti, Lombardo e Di Pietro. Quest'ultimo, una calda sera d'agosto, arriverà con una valigia di cartone, come uno dei tanti emigranti che in quegli anni lasciano il nostro paese per andare in America. La squadra, al termine di un campionato entusiasmante vinto dall'akragas, chiuderà con un brillante quinto posto in compagnia del Barcellona. Da ricordare quell'anno la difficile trasferta di Milazzo che si chiude con la vittoria dei giallo-blù per 1-0, con la rete di Lombardo. "Ricordo ancora, dice Giuseppe Vecchio, quel viaggio di ritorno. Eravamo sfiniti perchè la gara era stata durissima... mancavano venti chilometri per arrivare a casa, finì la benzina e restammo a piedi". Nel 1957/58, grazie ancora una volta al presidente Liotta ed al direttore sportivo Giuseppe Vecchio, il Licata disputa uno dei più bei campionati della sua breve storia calcistica. Quell'anno sarà la più forte squadra del campionato dilettanti, con Cibardo che s'imporrà come rivelazione. I giallo-blù, allenati da Gino Caruso, anche grazie alla preziosa collaborazione di Angelo Castiglione, sono campioni d'inverno, battendo in trasferta il Vittoria (5-1), il Modica (7-0), la Juventina (3-1). Il Dino Liotta si conferma un bunker inespugnabile, con la sua inviolabilità che dura, ormai, da quattro anni. E' a febbraio che si disputa il match clou della stagione tra l'energica e volitiva squadra di Caruso e l'undici delle stelle di Acireale. Il Licata arriva largamente rimaneggiato, perchè sia la Lega che gli infortuni ne hanno falcidiato i ranghi. Mancando Pontel, Farina, Di Stefano e Di Pietro, non potrà praticare quel gioco fatto di estro e di velocità, che ne aveva contraddistinto le precedenti gare. Infatti è proprio il catenaccio praticato dagli undici giallo-blù, la più grande sorpresa dell'incontro. "Il Licata riesce a tener testa ai quotati avversari, anzi arriva ad un soffio dalla vittoria dopo novanta minuti di lotta in una gara, forse non spettacolare sul piano tecnico, ma grande su quella dell'entusiasmo." A quell'epoca i giocatori scendono in campo per poco meno di duemila lire a partita, ed il Licata ha la fortuna di possedere un vero e proprio trio delle meraviglie con Bifarelli, Sereni e Bartolo Tarantino, degni di una categoria superiore e che saranno alla base dei successi della compagine giallo-blù. Menzioni meritano, anche, l'ala destra Capri, il difensore Pontel, il centravanti Di Pietro e l'ala sinistra Totò Cibardo. Il testa a testa con i granata del tecnico ungherese Banas è appassionante, ma, purtroppo, si conclude a nostro sfavore. La squadra, sempre allenata da Caruso, è composta da Lanzafame, Corrao, Pontel, Bifarelli, Tarantino, Sereni, Capri, Di Sfetano, Di Pietro, Cibardo e Farina. In questa stagione il Licata disputa, anche, una partita amichevole con il Palermo, allenato dall'ex nazionale juventino Rava. L'incontro, svoltosi in un gremito Dino Liotta, è vinto dai rosanero per 2-0, con le reti di Vernazza e Sandri.
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