FORZA LICATA

LE ORIGINI DEL LICATA CALCIO

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LICATESE ODIATO E FIERO
view post Posted on 13/12/2007, 20:32




Se la nascita ufficiale della società si colloca tra gli anni '30,è pur vero che qualcosa di concreto si muove già in tempi precedenti.
Sono numerose le formazioni locali in questo periodo:la "Ciabattina",il "Dopolavoro Ferrovieri",la "Ferrigna",l'Ausonia,la "giovane Italia",la "Balilla" ed il "Monte Economo",che molti indicano come la maggiore tra le rappresentative del paese.
Nella gloriosa "Ferrigna" cominciano a calciare i primi tiri al pallone anche i fratelli Curella, che dopo un periodo di prigionia,rispettivamente in Germania ed Africa,ritornano in città,contribuendo a far grande il Licata di fine anni quaranta.
Si tratta di un calcio diverso da quello di oggi,fatto di farmaci,doping,giudizi di TAR e tribunali.
E' un calcio in cui prevale l'agonismo e l'umiltà,dove non esistono tattiche,nel giocatore si apprezza unicamente la capacità di dribblare,correre e calciare in porta.
In quegli anni si gioca saltuariamente,con un'attività di tipo "dopolavoristico".
Negli anni successivi si passa alla disputa di tornei(indimenticabile l'edizione del 1932 della "Coppa La Lumia",che sarà vinta dall'U.S. ferrigna,che batterà in finale la Balilla,col risultato di 4-3)e successivamente alla partecipazione ai primi campionati dilettantistici.
Col nome di Ausonia prime e Monte Ecnomo dopo,il Licata prende parte ai campionati provinciali organizzati dal cosiddetto Comitato UNLC(Unione Nazionale Liberi Calciatori).
La prima vera squadretta è formata da elementi tutti locali,amanti di quel gioco del calcio che grandi soddisfazioni sta ottenendo sia a livello internazionale,con le affermazioni della squadra di Pozzo,campione del mondo,sia a livello regionale con il Palermo,fresco di promozione fra i cadetti.
Al campo si arriva spesso in tenuta di gioco,perchè non esistono ancora gli spogliatoi ed è bello vedere,dalle immagini ingiallite di quegli anni,le prime divise sportive fatte da calzoni che arrivano fino alle ginocchia,calzettoni lunghi e camicia aperta sul collo,con l'immancabile cappello in testa,per ripararsi dagli impietosi raggi solari.
Nel corso di amichevoli il Licata riuscirà a battere sia il Caltanissetta con il risultato di 6-1,che il Ragusa 5-0,e la Virtus Catania 4-0.
Tennistica sarà,invece,l'affermazione nel settembre del 1933 sul San Cataldo,che viene sconfitto per 14-0.
Proprio nelle pagine de "L'Ora",uno dei primi quotidiani dell'isola,è riportata la cronaca di quella spettacolare partita:"un'altra clamorosa vittoria ha conquistato ieri il nostro forte undici,battendo per 14 a 0 la squadra del F.G.C. di San Cataldo.Troppo lunga e monotona sarebbe la descrizione della cronaca dell'incontro.Ci limitiamo solo a dire che quasi tutto l'incontro si è svolto nella metà campo degli ospiti,i quali,vista sin dalle prime battute la netta superiorità dei locali,si sono stretti in difesa,rifugiandosi spesso in corners e provocando quattro calci di rigore,di cui due tramutati in goals da SalemiI e due calciati cavallerescamente fuori".
A questo punto i tempi sono maturi per ufficializzare la squadra e così,nel 1931,proprio nel periodo in cui la nostra città vanta la più grande raffineria di zolfo d'Europa,con atto notarile,avviene la fondazione della società.Secondo fonti storiche,la prima sede è l'abitazione del professore Cesare Carbonelli in via Marconi,a testimonianza del fatto che tale merito va attribuito a pionieri appassionati ed intellettuali.
Il primo presidente è Salvatore Liotta.Fanno parte della dirigenza Angelo Curella,considerato il fondatore della Banca Popolare S.Angelo,Istituto di credito che segnerà ,con il suo fondamentale apporto,le vittorie calcistiche della squadra(vicepresidente),Luigi Ciotta,Arturo Frinzi,Luigi Montana,Giovanni Dainotto ed Angelo Davanteri.
E' proprio quest'ultimo,nella veste di allenatore e preparatore atletico oltre che di dirigente,ad organizzare incontri ed a promuovere iniziative calcistiche sotto l'ala benevola delle autorità fasciste che tanto avevano caro,come tutti i regimi totalitari,il culto dello sport e ,quindi,anche del calcio.
Intanto dai campi occasionali del "Ciaramitaro" e da quelli ricadenti nella spazio adiacente il geriatrico di S.Vincenzo alla Giummarella o nell'attuale Piazza S.Angelo,si passa alla costruzione di un primo stadio in legno,trasversale al fiume Salso,ma situato in corrispondenza dell'attuale Dino Liotta,che prende il nome di "Ecnomo",da una verde collinetta(Eknomos)lungo la costa,nelle cui acque si svolsero due importanti battaglie:quella del tiranno di siracusa Agatocle contro Amilcare e quella in cui la flotta cartaginese fu sconfitta da quella romana.
La struttura viene inaugurata il 13 luglio 1932 dalla signorina Maria La Lomia,figlia del presidente dell'Associazione Sportiva Licata,alla presenza,tra gli altri,dell'allora prefetto di agrigento,dott.Passerini.
Per l'occasione si disputerà tra il Licata ed il Ravanusa un incontro che si concluderà con la vittoria dei padroni di casa per 5-1,con le reti di Tilenni I,Caruana,Sinatra,Tilenni II e Stamatris.
Il campo sportivo ,dalla pregiata tribuna di legno in stile liberty,viene,però,bruciato da un piromane per futili motivi.
A seguito di quell'incendio ,le squadrette locali ritornano,seppur per un breve periodo,a giocare nei campi sterrati rionali sparsi per la città.
In quegli anni emergono tanti calciatori,tra i quali,i fratelli Tilenni,Caruana,De Caro,Vedda e Marino :tutti giovani volenterosi,leali e carichi di doti umane,lontani dal prototipo del calciatore moderno,col corpo tappezzato di tatuaggi e poco incline ai sacrifici.
Il 14 giugno 1933 ,Il Licata disputa la sua prima amichevole internazionale contro gli spagnoli del "Conte de Abrasolo",schierando la seguente formazione:Bonfiglio,Rizzo,Bosa,Fittipardi,De Pasquali,Ferro,Peritore,Spina,Tilenni,Carruba,Pisano.
Una piccola curiosità:la prima maglia indossata dal Licata Calcio non è dell'attuale "giallo-blù",ma di color rosso acceso o meglio color cremisi,come il gonfalone della città.
Secondo la prevalente tradizione,si passa agli attuali colori quando un certo signor Camozzi,modenese di nascita,recatosi a Licata per lavoro,porta delle maglie giallo-blù,il colore dell'Hellas Verona,che fa indossare ai Licatesi.
Altri, invece,riferiscono che sia stato il maresciallo Colombo della guardia di finanza,amante del calcio,trasferito a Licata,a portare le maglie giallo-verde della rappresentativa della finanza e che il verde sbiaditosi sia diventato blu.
Si pensa pure che i colori giallo-blù stiano a simboleggiare rispettivamente lo zolfo ed il mare,che allora rappresentavano,specie il primo,una fonte di ricchezza per tutto il paese.
Infine,una teoria minoritaria,riferendosi al fatto che in quegli anni molti marinai svedesi,sostando nel nostro paese,ingaggiavano gare con delle squadre rionali Licatesi,fa derivare il colore giallo-blù dalla bandiera di quel popolo.
Tuttavia,pare prevalere la prima teoria.

FONTE "UNA PICCOLA NOBILE STORIA"

Edited by LICATESE ODIATO E FIERO - 14/12/2007, 13:17
 
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