FORZA LICATA

GLI ANNI SESSANTA

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LICATESE ODIATO E FIERO
view post Posted on 4/1/2010, 20:44 by: LICATESE ODIATO E FIERO




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Il campionato 1967/68 vede il ritorno nelle fila del Licata di Renato Antolini che, in quella stagione, giocherà in squadra con il giovanissimo figlio Cesare.
Il Licata arriva quart'ultimo, ma solo grazie al ritiro dal campionato dei Mosaici e del Bollara Sciacca evita la retrocessione.
A compromettere il cammino dei giallo-blù sono le trasferte, dove la squadra ottiene soltanto quattro punti, frutto di altrettanti pareggi.
Dure le sconfitte rimediate a Bagheria (4-0) ed a Gela contro la capolista Terranova (5-0), mentre in casa i gialloblù vengono battuti dall'Amat, seconda forza del torneo, per 4-1.
Questa la squadra titolare: Caffarelli, Tissi, Di Fede, Damanti, Alfredi, Bifarelli, Faraci, Antolini II, Raimondi, Capri, Antolini I.
Nel campionato 1968/69 la squadra disputa ancora una volta il campionato dilettanti.
Andato via l'allenatore Antolini, il suo posto viene momentaneamente preso da Simonetti, a sua volta sostituito a gennaio da Arnaldo Lucentini, un marchigiano doc, con un passato di buon calciatore, tanto da venire convocato anche nella Nazionale, dove debutta nella partita Svizzera - Italia, conclusa per 1-1, con la rete di Boniperti.
Nel frattempo molte sono le vicissitudini interne della società. Quando si dimette il presidente Calogero Marotta, è ancora una volta il sindaco di Licata, nella persona di Giovanni Saito, a prendere le redini del sodalizio.
Questi, nella veste di presidente onorario, permette alla società di iscriversi al campionato.
La fase di avvio è stentata e difficoltosa per il Licata. Una lunga serie di infortuni condiziona le prestazioni della squadra, che rimane per lungo tempo relegata nella parte bassa della classifica (quattordicesimo posto).
La sostituzione dell'allenatore Bifarelli con Lucentini ed il ritorno in rosa di molti infortunati permettono al Licata di risalire la china e di raggiungere alla fine del campionato un buon quarto posto, ad un solo punto dagli aziendali dell'Amat.
Nel corso del campionato il Licata riesce a rallentare la corsa della capolista Canicattì che, poi, sarà promossa in serie D, sia in casa (1-1), che al "Carlotta Bordonaro" (0-0) ed a battere la Stella Rossa (2-0), il Ribera, il Partinico ed il Porto Empedocle.
Nel girone di ritorno, i gialloblù si prendono la soddisfazione di fermare, al Dino Liotta, il forte Mazara di Vycpalek, che giungerà, poi, secondo.
Questa una delle formazioni di quell'anno: Zerlotti, Castaldi, Gueli, Palilla, Di Bella, Di Mino, Incorvaia, Amato, Parla, Festa, Simonetti, Pisciotta, Amato II, Russo.
Il quarto posto in classifica costituisce senz'altro un bel traguardo ed un impegno per fare di meglio e di più nel torneo successivo.
La stagione 1969/70, però, inizia male: il presidente cav. Vincenzo Maniscalco rassegna le proprie dimissioni e sopravviene l'ormai consueta crisi estiva, dovuta ad un disavanzo di oltre otto milioni, che fa iniziare la campagna acquisti solo a fine agosto.
Tuttavia, l'assemblea generale dei soci dell'Associazione Sportiva Licata respinge le dimissioni del presidente Maniscalco e lo convince a restare.
Quest'ultimo, insieme al suo vice Sciascia, con sacrifici personali, riesce ad assicurarsi i portieri Biccari (Internapoli) e Di Mino (Sciacca), lo stopper Quartararo (Sciacca), la mezzala Mancino (Esakalsa) ed il centrocampista La Mattina (Terranova).
L'unico problema rimane l'attacco, che l'anno precedente si era dimostrato poco prolifico.
I gialloblù vengono dirottati, insieme all'Empedoclina, nel girone della Sicilia Orientale, che vede come protagonista l'Avola, che vincerà il campionato con 49 punti.
Tra l'apatia dei tifosi, il Licata si piazza al settimo posto con 31 punti. Nel corso della stagione la squadra riesce a battere l'Olimpic sia al Liotta (3-0), che ad Acireale (1-0), il Pollo d'Oro (3-0) e l'Aurora (2-0).
Significativo, poi, il successo a Gela, contro la seconda forza del campionato, il Terranova (2-1).
Con questo risultato, i gialloblù, restituiscono il "dispetto" della sconfitta subita una decina di anni prima, quando ambivano alla vittoria finale del torneo.
Un fatto spiacevole si verifica nel mese di febbraio di quell'anno quando, nel corso di un allenamento infrasettimanale, un gruppo di giocatori della Stella Maris, una compagine locale dell'epoca che disputava il campionato di III Categoria, dai bordi del campo, comincia a manifestare il proprio disappunto per lo scarso impegno dimostrato da alcuni atleti della prima squadra, costringendo il tecnico Lucentini a sospendere la seduta di allenamento.
Sul fronte dirigenziale, per motivi di salute, il presidente Vincenzo Maniscalco lascia definitivamente il timone della squadra.
Il presidente onorario, dott. Giovanni Saito, sindaco di Licata, costituisce, nel corso di un'assemblea straordinaria, un "Comitato d'emergenza", di cui fanno parte, oltre che lo stesso primo cittadino, il dr. Calogero Marotta, Pippo Bifarelli, Giuseppe Vecchio, Liborio De Caro, Rocco Cafà, il dr. Giuseppe Mangione e Salvatore Sferrazza.
Il Comitato, presieduto dal prof. Salvatore Malfitano, si sostituisce temporaneamente alla dirigenza, per far fronte ai problemi, primo fra tutti, il disimpegno di qualche atleta.
Un "giallo" si verifica il 5 gennaio 1970, mentre al Liotta si gioca Licata - Avola.
L'arbitro Condorelli, all'86° minuto, quando il mezzosinistro avversario Sarto viene colpito da un giocatore gialloblù, con l'incontro fermo sull'1-1, perde il controllo della partita e fischia la fine dell'incontro. Inizia una ressa con sei giocatori espulsi e con l'arbitro costretto a rientrare scortato negli spogliatoi.
Alla fine, la Lega Sicula decreta la sconfitta a tavolino per il Licata (0-2), impone alla squadra una multa di centomila lire e la penalizzazione di un punto.
La rosa di quell'anno è composta da: Biccari, Castaldo, Graci, Festa, Palilla, Gueli, Di Mino II, Pinelli, Pisciotta, Sanicola, Incorvaia, La Matttina, Simonetti, Quartararo, Mancino, Bifarelli, Schembri, Di Mino I, Lupo, De Caro. L'allenatore è Arnaldo Lucentini.

"Una piccola nobile storia"
 
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